Rinnovabile e a basso impatto. Perché serve l’energia del legno

Le cosiddette biomasse solide sono fondamentali per accelerare sulla transizione verde. Eppure non vengono sfruttate appieno: il settore non cresce dal 2014. L’appello: “Rinnovare gli incentivi o molti impianti chiuderanno”
 
Dalla manutenzione dei boschi e dagli scarti agricoli si produce anche molta elettricità: oltre tremila gigawattora “rinnovabili” all’anno generati bruciando più di 3,5 milioni di tonnellate di biomassa solida, con un giro d’affari di 650 milioni di euro e circa cinquemila lavoratori coinvolti. Il settore però non cresce da diversi anni, come il resto delle biomasse, e ora si trova di fronte a una svolta. “Se non verranno rinnovati gli incentivi, molti impianti saranno costretti a chiudere” – spiega Antonio di Cosimo presidente dell’Associazione Energia da Biomasse Solide. 
 
Per quanto riguarda il settore agricolo, le biomasse utilizzate per produrre energia rinnovabile derivano soprattutto dal recupero di materiali legati a potature annuali e dall’impiego dei sottoprodotti delle lavorazioni agroalimentari. L’attività realizzata dagli impianti per il trattamento di biomassa solida permette infatti di evitare fenomeni come la combustione in campo o la fermentazione spontanea, che determinano maggiori emissioni di CO2, metano e polveri sottili in atmosfera. L’incertezza normativa e la mancanza di una visione chiara del futuro, però, bloccano gli investimenti in questo settore, che è fermo ormai dal 2014 ed è rimasto indietro rispetto ad altri Paesi europei. 
 
Tutti gli studi di settore rilevano che in Italia la superficie occupata da foreste è triplicata negli ultimi cento anni. Di conseguenza è molto cresciuta la disponibilità di biomassa per usi energetici, che ad oggi è ampiamente sottoutilizzata. La corretta manutenzione del patrimonio forestale, di cui le biomasse per uso energetico sono l’anello finale, consentirebbe invece di ridurre il rischio idrogeologico e gli incendi dovuti alla combustione illegale in campo aperto.
 
L’articolo completo è presente su L’Economia del Corriere della Sera di lunedì 7 febbraio 2022.