Assodistil e EBS chiedono al ministro Cingolani di continuare a sostenere le biomasse solide per la decarbonizzazione

Assodistil, l’Associazione italiana delle distillerie industriali, e l’Associazione EBS (Energia da biomasse solide) hanno scritto al ministero della Transizione Ecologica per il rinnovo degli incentivi.
Il sistema virtuoso rappresentato da entrambe le realtà garantisce da anni stabilità alle rispettive filiere e contribuisce alla riduzione delle emissioni, applicando a pieno il principio dell’economia circolare. Tuttavia tale scenario è minacciato dall’approssimarsi della scadenza del sistema incentivante che ha permesso lo sviluppo degli impianti a biomassa. L’incentivazione della produzione di energia rinnovabile si applica agli impianti entrati in esercizio o ripotenziati dal 1° gennaio 2008 per i primi quindici anni di esercizio.
Il settore della distillazione svolge un ruolo essenziale nellequilibrio della filiera vitivinicola, grazie al ritiro dei sottoprodotti della vinificazione che vengono valorizzati in distilleria per produrre alcole, additivi alimentari naturali (tra i quali lacido tartarico naturale di cui lItalia è leader mondiale), coloranti naturali, fertilizzanti e quindi energia elettrica e termica rinnovabile in impianti a biomassa o impianti di biogas e biometano.
Allo stesso modo, il settore della produzione di energia rinnovabile da biomasse solide, che impiega oltre ai sottoprodotti della vinificazione, anche quelli dellagricoltura in genere, residui della manutenzione boschiva e dell’industria del legno, utilizza materiali che diversamente non troverebbero impiego, fornisce un contributo essenziale alla decarbonizzazione delle emissioni, grazie alla sostituzione di combustibili fossili con biomasse rinnovabili, ed è utile ai fini della mitigazione della dipendenza energetica dall’estero. Per questi motivi il settore delle biomasse solide concorre al raggiungimento degli obiettivi fissati dal recente Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec).
Il Presidente di EBS, Antonio Di Cosimo, commenta: “Il mancato rinnovo degli incentivi mina gravemente la sostenibilità economica degli impianti. Alcuni operatori rischiano di spegnere le loro centrali di produzione elettrica già nel 2023 interrompendo il contributo virtuoso al raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica. Auspichiamo in una proroga del regime incentivante oggi in vigore grazie all’attenzione del ministero verso la riduzione delle emissioni climalteranti e lo sviluppo delle rinnovabili, anche per ridurre la dipendenza dell’Italia da paesi terzi per l’approvvigionamento”.