Biomasse e beni forestali, intervista a Mauro Bez di SICET

Mauro Bez, responsabile approvvigionamenti biomasse Gruppo SICET, ci spiega come preservare le foreste e avviare un percorso virtuoso a favore dellambiente: fondamentale la sinergia e la partecipazione attiva di Associazione EBS.

Come preservare le foreste e farne un uso corretto e consapevole?

Preservare l’ambiente forestale è assolutamente necessario. Il modo migliore per tutelarlo consiste nell’attuazione di tutte le buone pratiche boschive al fine di prevenire le varie problematiche come, ad esempio, quelle fitosanitarie o gli incendi. Il regolare impiego delle biomasse da sottoprodotti, altrimenti bruciate in modo inidoneo, è uno dei modi in cui si contribuisce alla manutenzione delle foreste in virtù del modello dell’economia circolare e non per ultimo la cura del bosco permette anche il miglioramento della qualità del legname per gli usi più nobili (segherie). Questa pratica, che caratterizza il mercato delle produzione energetica da biomasse solide e la filiera che lo gestisce, concorre in modo rilevante alla prevenzione del rischio roghi, consentendo oltre all’ovvio beneficio ambientale, anche un rilevante risparmio di risorse economiche che sarebbero a carico dello Stato.

Emergenza bostrico, a che punto siamo? Cosa è stato fatto?

Per l’emergenza bostrico al momento si è fatto poco e la sensazione che la situazione sia destinata a peggiorare è forte. Gli unici veri interventi hanno toccato piccolissime aree del territorio, ma è importantissimo procedere velocemente per cercare di recuperare quanto è possibile del patrimonio boschivo che altrimenti andrebbe perduto. Solo a dicembre si stimava fossero circa 7 mila gli ettari di foresta colpiti dal parassita. In casi come questo interveniamo raccogliendo i materiali resi inutilizzabili dalla infezione o dagli agenti atmosferici che altrimenti resterebbero sui terreni. In tal modo viene preservato l’habitat degli animali selvatici e ripristinate le normali condizioni ambientali. Le ditte boschive incaricate del servizio di esbosco dal proprietario privato, o che hanno acquistato il lotto schiantato alle aste delle amministrazioni comunali, effettuano una prima cernita del legname, in funzione del potenziale utilizzo di mercato (segherie, imballaggi, cartiere, costruzioni), con la logica dell’impiego “a cascata” dei materiali disponibili. È importante precisare che l’ingente materiale improvvisamente disponibile a causa di queste calamità non rappresenta un materiale aggiuntivo rispetto a quello che il bosco fornisce strutturalmente, ma rappresenta un inaspettato “anticipo”.

È possibile fare un uso efficace del legname danneggiato dal coleottero? Come? Quale supporto avete ricevuto da Associazione EBS?

A seconda degli interventi che possono essere effettuati e al grado di deperimento della pianta causato dal bostrico, si può destinare il legname alle segherie che per definizione ne fanno un uso pregiato e il restante alla macinazione per vari utilizzi, tra cui quello energetico. Ebs, tutelando il proseguimento delle attività da parte dei produttori di energia dalla combustione del legname che non ha utilizzo più nobile, svolge un ruolo di anello fondamentale alla conservazione della filiera, che può consentire di raggiungere gli obiettivi energetici e silvo-pastorali.

La tempesta di Vaia ha interessato oltre 40mila ettari di foreste. Come siete intervenuti? Con quali risultati?

Siamo intervenuti dando supporto alla filiera ed esplicandolo con la massima disponibilità al ritiro della biomassa, anche ben oltre i limiti quantitativi normalmente approvvigionati e riconoscendo le consolidate modalità economiche. Lo sforzo delle aziende, già impegnativo rispetto alla normalità, è stato mantenuto anche durante la pandemia, per non parlare delle perduranti conseguenze dei recenti eventi bellici.

Anche in questo caso, quanto è stato importante il supporto di Associazione EBS? Quali le sinergie?

L’intervento dell’Associazione EBS è fondamentale nella gestione dei rapporti istituzionali, come in questa situazione di emergenza, per far sì che ogni anello della filiera operi secondo i processi e le regole stabilite. Nel caso di Vaia anche tramite l’Associazione è stato garantito uno sbocco produttivo a tonnellate di alberi che l’esposizione agli agenti atmosferici aveva reso inutilizzabili nell’industria di trasformazione e che sarebbero rimasti a marcire sul territorio. L’Associazione si è adoperata inoltre nella gestione straordinaria della filiera durante il lockdown per assicurare che non si verificassero blocchi nel processo delle attività di produzione energetica.