Direttiva REDII: a rischio il futuro delle bioenergie. Le associazioni scrivono alle Istituzioni

Le associazioni Aiel, Ebs, Ef, Fiper e Itabia, che rappresentano il comparto delle biomasse solide, con una lettera congiunta si rivolgono ai ministri Cingolani (MiTe), Patuanelli (Mipaaf) e Giorgetti (Mise) per chiedere di avviare un confronto in tempi rapidi con gli operatori del settore nell’iter di recepimento della Direttiva REDII. La lettera è stata scritta anche in vista del Transport, telecommunications and energy council (energy) del prossimo 11 giugno.

Le associazioni ritengono prematuro attuare una revisione della Direttiva, proposta in discussione a Bruxelles ipotizzando nuovi criteri di sostenibilità per le biomasse, prima ancora di una verifica in campo di quelli già molto stringenti previsti dalla stessa REDII in fase di recepimento.

Solo con un processo partecipato di revisione e implementazione della direttiva sarà possibile garantire che l’eventuale revisione delle misure di sostenibilità attualmente proposte dalla Commissione Clima e Ambiente EU sia migliorativa a livello di mercato e di tutela ambientale per l’intera filiera, e risponda a criteri realisticamente applicabili, tali da garantire l’accelerazione della decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e quindi il raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici europei.

Nella lettera le associazioni si mettono a disposizione per dare il proprio contributo alle azioni di contrasto al cambiamento climatico e di sostegno alla biodiversità che l’Europa propone all’interno del Green Deal nel pacchetto “Fit for 55”.

Le associazioni ritengono che i criteri di sostenibilità per la biomassa contenuti nell’attuale versione della Direttiva sulle energie rinnovabili REDII e gli obblighi di comunicazione ai sensi della Direttiva sulla governance dell’Unione dell’energia, costituiscano un quadro solido per garantire la protezione dell’ambiente e del clima e meriterebbero di essere rivisti solo a seguito della loro effettiva attuazione e della conseguente valutazione di impatto.

L’auspicio è che il governo italiano si faccia parte diligente presso la Commissione europea per favorire fattivamente la gestione forestale sostenibile secondo le indicazioni ampiamente discusse e definite all’interno della Strategia Forestale Nazionale. Altrimenti il rischio è di disporre di una Strategia forestale innovativa che promuove l’economia del legno e dei suoi cascami con un approccio sostenibile all’interno di un contesto europeo che in fieri propone la revisione dei criteri di sostenibilità non ancora recepita dal legislatore italiano. Un rischio da evitare per il bene delle nostre foreste, delle aree montane e dell’economia del Paese.