La produzione di energia dalle biomasse parte attiva del processo ecologico

Il settore delle aziende che producono energia dalle biomasse solide, rappresentate dall’associazione EBS, si propone come valido complemento della strategia di transizione ecologica. L’attività di queste aziende, infatti, esprime il principio dell’economia circolare, valorizzando i residui e i sottoprodotti presenti a livello locale, con benefici ambientali, sociali ma anche economici.

Se la transizione energetica, infatti, deve partire da subito – anzi siamo già in ritardo sulle tabelle di marcia – è fondamentale sfruttare anche quella parte di generazione di energia pulita che permette una produzione energetica continua, oltre che a basso impatto. Oggi l’energia da biomasse pesa sul mix energetico dell’Unione europea per il 10% e nel 2018 – ultimi dati disponibili – ed ha consentito di ridurre del 7% le emissioni europee totali (gli impianti a biomassa legnosa evitano l’immissione in atmosfera di circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno rispetto ai combustibili fossili).

Si potrebbe obiettare che per bruciare biomassa legnosa si deve disboscare e, quindi, di diminuisce il parco vegetale per alimentare gli impianti di produzione. “Ma non è così – conferma il presidente dell’Associazione EBS – perché l’incremento nelle foreste sia in Italia sia in Europa supera sostanzialmente l’abbattimento. Ogni anno cresce più legno di quello raccolto, portando all’accumulo di stock in crescita nelle foreste: dal 1990 l’incremento (costante) è di circa il 25%” (rapporto annuale di Forest Europe 2020 e altri studi indipendenti).

Inoltre, la produzione di energia dalle biomasse legnose permette, in un’ottica di economia circolare, anche di dare valore agli scarti e ai residui della produzione del legno, oltre che consentire alle comunità locali di mantenere puliti i boschi, riducendo i rischi idrogeologici e di diffusione incendi. Nel nostro Paese la quantità di biomassa solida utilizzata negli ultimi tre anni si assesta stabilmente, con un aumento molto lieve, intorno a 2,98 milioni di tonnellate.

L’Associazione EBS chiede però alla politica un intervento finanziario con l’erogazione di nuovi incentivi che aiutino le imprese del settore a mantenere una sostenibilità economico-finanziaria degli impianti. “L’estensione temporale dell’incentivo – conclude Di Cosimo – deve consentire il mantenimento della potenza installata già in funzione in impianti il cui piano economico finanziario è fortemente influenzato dal costo di acquisto del combustibile, voce non contemplata nelle altre fonti energetiche rinnovabili”.

Per sensibilizzare sull’importanza del contributo delle biomasse solide al processo di transizione energetica, l’Associazione EBS – insieme a Elettricità Futura, Aiel, Anpeb, Assitol, Assoebios, Assograssi, Confagricoltura, Cib, Distretto produttivo La nuova Energia, Fiper e Itabia – ha presentato un Manifesto delle Bionenergie per promuovere una gestione efficiente del parco bioenergetico italiano e stimolare l’applicazione di soluzioni innovative.