Mai buttare via niente

Come possono essere definite in due parole le biomasse solide?

Sono la parte biodegradabile del materiale derivato dalla manutenzione dei boschi e delle attività agricole e agroindustriali. Per la produzione di energia elettrica, iI settore attinge principalmente dalla manutenzione boschiva e dalle attività di lavorazione dei prodotti agroalimentari e forestali, come le potature, dai sottoprodotti lignocellulosici come la paglia, dalla biomassa vergine ottenuta dalla lavorazione del legno (esclusa dal regime dei rifiuti) e, in minima parte, da colture dedicate agricole forestali.

Quali vantaggi possono portare, in generale e rispetto ad altre soluzioni green?

Due: il riutilizzo degli scarti secondo il modello dell’economia circolare e la programmabilità. Per quanto riguarda imprimo aspetto, va considerato che le biomasse solide sono l’ultimo anello del processo di lavorazione del materiale raccolto dalle attività di manutenzione di boschi o campi agricoli. Si tratta della parte biodegradabile, non riutilizzabile di cui gli operatori del settore sostengono il costo, offrendo in questo modo un sostegno economico agli enti pubblici e un servizio che riduce i rischi idrogeologici o di incendi. Per quanto riguarda la programmabilità, la biomassa solida è l’unica fonte energetica tra le rinnovabili in grado di garantire una continuità di esercizio per oltre 8 mila ore l’anno. 

Qual è, oggi, la situazione nel nostro Paese? Quali modifiche normative sarebbero necessarie?

Oggi il comparto vive una situazione di stallo, nonostante i benefici che conferirebbe al sistema energetico del nostro Paese, anche in funzione dell’indipendenza energetica dall’estero. L’Associazione EBS attende che siano rispettati gli impegni contenuti nell’articolo 24 del decreto 28 del 3 marzo 2011 che ha rinnovato il sistema di incentivazione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. A distanza di dieci anni non sono stati compiuti passi avanti. Il mancato rinnovo dei contributi al settore genererebbe un ulteriore gap su questi traguardi di sostenibilità ambientale.

Dal punto di vista produttivo, quali sono le difficoltà che si incontrano?

L’incertezza normativa causa l’impossibilità di pianificare investimenti per realizzare nuove installazioni. Già dal 2023 si spegneranno i primi impianti. Se l’approccio governativo adottasse misure di lungo periodo per favorire l’autonomia energetica, il contributo delle biomasse potrebbe raddoppiare nei prossimi anni con un risparmio di oltre 1,5 miliardi di metri cubi di gas e una riduzione delle emissioni di 3 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno.