L’Associazione EBS ha partecipato oggi alle audizioni delle Commissioni 8ª e 10ª alla Camera in merito al recepimento nella normativa italiana della direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (atto n. 292).
L’iniziativa riguardante la cosiddetta REDII dà seguito all’azione precedente intrapresa a giugno da EBS con altre associazioni del settore delle biomasse solide attraverso l’invio di una lettera congiunta ai ministri Cingolani (MiTe), Patuanelli (Mipaaf) e Giorgetti (Mise).
Con questa nuova azione l’Associazione EBS intende assicurarsi che il recepimento della direttiva stessa sia in linea con gli obiettivi della transizione energetica. Il decreto, nell’allineare la normativa italiana a quella europea, riconosce implicitamente la possibilità che siano incentivati anche impianti a biomasse.
EBS segnala che al momento non sono previsti incentivi per impianti esistenti, nonostante la produzione di energia elettrica da biomasse solide sia l’unica rinnovabile in grado di garantire una regolarità e una continuità di esercizio per oltre 8 mila ore l’anno, con produzioni costanti e programmabili.
Perciò EBS auspica l’inserimento di un paragrafo aggiuntivo che preveda la possibilità di erogare nuovi incentivi volti a mantenere la sostenibilità economico finanziaria di impianti IAFR (Impianti alimentati da fonti rinnovabili) esistenti alimentati da biomasse solide.
Riguardo alle disposizioni relative alla certificazione di sostenibilità, EBS ritiene che si tratti di un parziale duplicato della certificazione già effettuata annualmente dal MIPAAF/MITE per l’attribuzione dell’incentivo K=1,8 agli impianti a biomasse solide. Di conseguenza il Governo dovrà valutare di escludere questi impianti o comunque di chiarire se la realtà forestale italiana, in quanto parte della filiera di produzione che vede la presenza di ditte boschive generalmente medio piccole e poco strutturate, rientri tra quei soggetti che devono aderire al Sistema nazionale di certificazione. Per come strutturata, l’ulteriore certificazione richiesta risponde a esigenze di operatori diversi da quelli delle biomasse solide italiani per importare volumi rilevanti di materiale da paesi UE o extra UE.
Infine, in merito alla richiesta contenuta nella direttiva di disporre di piani di monitoraggio o di gestione dell’impatto sulla qualità del suolo e sul carbonio nel suolo, EBS ritiene che il carico burocratico richiesto sia enorme rispetto al trascurabile valore economico generato. Dunque, questa misura porterà alla totale scomparsa della raccolta di biomasse solide da terreni agricoli nazionali che ha tra i benefici quello di evitare la rischiosa combustione in campo. I combustibili da biomassa prodotti a partire da residui provenienti da terreni agricoli, sebbene aggregati su scala nazionale siano quantità importanti, a livello aziendale spesso rappresentano quantità non elevate vista la ridotta superficie delle aziende agricole e la ridotta produzione di questi materiali. Il valore economico generato dal recupero di residui agricoli è in molti casi esiguo per le realtà che li producono.