Biomasse, un comparto ancora poco valorizzato

Ebs lancia l’allarme: il comparto delle biomasse che potrebbe aiutare l’Italia a raggiungere gli obiettivi previsti dai target climatici dell’Unione europea, favorendo la transizione energetica del paese, è ancora poco valorizzato e andrebbe sostenuto attraverso la semplificazione del quadro regolatorio e incentivi ad hoc.

Cosa si intende per biomasse solide? Queste ultime rappresentano la parte biodegradabile ricavata dalla manutenzione dei boschi e delle attività agricole e agroindustriali.

Secondo stime della società di ricerca sul sistema energetico Rse, grazie a questi flussi oggi l’Italia produce circa 4 TWh di elettricità e 86 TWh di energia termica l’anno.

Numeri che potrebbero salire ancora, considerato che, la produzione di energia elettrica e termica da biomassa legnosa in Italia è ancora poco sfruttata.

Per dare un’idea del fenomeno, tra il 1990 e il 2010, la superficie dei boschi in Italia è aumentata di quasi il 20%.

Negli ultimi anni il settore ha inoltre dovuto confrontarsi con i dubbi circa la sua reale sostenibilità. A questo proposito, però, Antonio Di Cosimo, presidente di Ebs, evidenzia come “la CO2 prodotta dalla combustione della biomassa solida fa parte del ciclo del carbonio a breve termine, da cui consegue che la CO2 rilasciata nella combustione della biomassa è pari a quella assorbita dalle piante durante il loro ciclo di vita“.

Inoltre, la produzione degli impianti Ebs, pari a oltre tre milioni di MWh anno, evita l’immissione in atmosfera di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 rispetto ai combustibili fossili.

È anche importante, sottolinea Di Cosimo, evidenziare la programmabilità dell’energia prodotta da biomasse solide, “utile nella transizione verso un modello caratterizzato dalla diffusione di fonti intermittenti, come l’eolico e il fotovoltaico. La programmabilità fornisce infatti un importante contributo alla stabilità della rete elettrica nazionale, e la biomassa solida è l’unica fonte energetica rinnovabile in grado di garantire una regolarità e continuità di esercizio per oltre otto mila ore l’anno“.