Biomasse solide: un’opportunità da non perdere

Il settore, benché sia ormai evidente come possa contribuire in maniera determinante alla transizione ecologica e al raggiungimento degli obiettivi europei di sviluppo sostenibile, non è espressamente citato nel Pnrr. Sul tema è stato intervistato Antonio Di Cosimo, presidente dell’associazione energia da biomasse solide (EBS)

28 giugno – Le biomasse solide contribuiscono in maniera determinante alla transizione ecologica e al raggiungimento degli obiettivi europei di sviluppo sostenibile; tra le rinnovabili, infatti, hanno il vantaggio della programmabilità della produzione energetica, attuano il principio dell’economia circolare e permettono la valorizzazione delle aree interne grazie anche alla gestione forestale sostenibile, operando con una filiera che occupa oltre 5 mila lavoratori. Nonostante ciò, nel Pnrr non sono espressamente citate. Per mettere a fuoco la questione abbiamo intervistato Antonio Di Cosimo, presidente dell’associazione energia da biomasse solide (EBS).

Antonio Di Cosimo durante l’intervista – “I comparti coinvolti sono principalmente quelli agricolo, agroindustriale e forestale. Per quanto riguarda i primi due, l’uso delle biomasse per la produzione di energia rinnovabile è riconducibile al recupero dei materiali legati alle potature annuali, come quelle degli alberi da frutto, e all’impiego di sottoprodotti delle lavorazioni agroalimentari.

Passando al comparto forestale, l’attività della filiera crea valore per le comunità locali attraverso la manutenzione del patrimonio boschivo, spesso in aree interne e marginali.

L’attività realizzata dai grandi impianti per il trattamento di biomassa solida permette di evitare, inoltre, il fenomeno della fermentazione spontanea che determina maggiori emissioni di CO2 e polveri sottili in atmosfera. È fondamentale, anche in questo caso, l’aspetto di economia circolare: i materiali utilizzati sono quelli inadatti a un qualunque diverso utilizzo che non sia la triturazione.”

Continua Di Cosimo – “Rispetto al Green Deal, noi come EBS, insieme ad altre associazioni del settore delle biomasse solide (Aiel, Ebs, Ef, Fiper e Itabia), abbiamo scritto una lettera congiunta rivolta ai ministri Cingolani (MiTe), Patuanelli (Mipaaf) e Giorgetti (Mise) in merito a una possibile revisione della direttiva Red II sulle energie rinnovabili; in particolare, è stato proposto il contributo alle azioni di contrasto al cambiamento climatico e di sostegno alla biodiversità che l’Europa propone all’interno del Green Deal nel pacchetto “Fit for 55” con cui si definiscono 12 misure atte a centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas-serra del 55% al 2030.”

Il Presidente conclude sottolineando l’importanza del rinnovo degli incentivi agli impianti – “Il contributo della produzione elettrica da biomasse solide punta ad aumentare la quota delle rinnovabili verso una progressiva decarbonizzazione. Il mancato rinnovo degli incentivi significherebbe sottrarre questa quota importante già conteggiata per il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, aumentando il gap al 2030. Il rischio riguarda anche la perdita di 5 mila posti di lavoro e conseguenti costi per cassa integrazione, dato che il 90% delle biomasse impiegate dai nostri impianti è di provenienza nazionale. Per il Paese crescerebbero, inoltre, i costi di manutenzione del territorio boschivo e agricolo.”